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Attese positive per il fatturato dell’industria manifatturiera nel 2023

Quanto ha pesato la crisi energetica sul fatturato dell’industria manifatturiera italiana e cosa dicono i primi dati economici di questa prima parte del 2023?

Nella seconda metà dello scorso anno il settore manifatturiero ha subito un rallentamento rispetto alle previsioni. Colpa della crisi energetica causata dalla guerra in Ucraina e degli sconvolgimenti geopolitici. Nonostante ciò, il fatturato complessivo dell’industria nel 2022 ha registrato una crescita pari a un +18,0%. I dati Istat confermano lo stato di salute del comparto manifatturiero, che con le sue 457 mila imprese attive si conferma un pilastro per il tessuto produttivo italiano.

 

La situazione dell’industria manifatturiera alla fine del 2022 e le previsioni per il 2023.

Alla fine dello scorso anno, una ricerca dell’Osservatorio Mecspe sullo stato di salute del comparto manifatturiero, ha mostrato un buon livello di fiducia e di ottimismo per il futuro.

L’impatto della crisi energetica e l’aumento dei prezzi, si è fatto comunque sentire. I costi delle materie prime hanno subito un rialzo del 75%, quelli energetici del 73%. Le aziende hanno comunque chiuso l’anno in crescita. Otto su dieci hanno mantenuto il proprio fatturato in crescita o uguale a quello dell’anno precedente.

Tra i timori per il futuro, invece, pesano ancora l’inflazione per il 17% e il possibile prosieguo della guerra tra Russia e Ucraina per il 22%.

Qualche incertezza, dunque c’è, ma molti imprenditori prevedono di chiudere in rialzo il loro fatturato o di mantenere un aumento stabile a quello dell’anno precedente. Stando ai primi dati messi a disposizione da Banca Italia e Istat la sensazione potrebbero essere confermate nei prossimi mesi.

 

Fiducia in crescita sulle prospettive economiche

Come abbiamo visto la situazione economica risente i cambiamenti geopolitici in atto. Tutti i settori industriali, a livelli differenti, sono infatti coinvolti in questo delicato momento. Nonostante questo, a marzo 2023 i dati relativi al settore manifatturiero e delle costruzioni mostrano fiducia nel futuro. Come riporta l’Istat, in un bollettino del 28 marzo, “nelle costruzioni, e a seguire, nel commercio e nella manifattura si registrano gli incrementi più marcati (da 157,2 a a 159,1 da 114,7 a 116,0 e da 103,0 a 104,02 rispettivamente). Nei servizi l’aumento dell’indice di fiducia è più contenuto (da 103,3 a 103,08)”.

 

Cresce la produzione industriale

Secondo quanto riporta Banca Italia, in generale, in questi primi mesi del 2023 è aumentato il tasso di occupazione ed è diminuita l’inflazione scesa al 8,2% a marzo (dopo le impennate del 2022). Calano anche i costi dell’energia, aspetto importante, perché permette a settori, come quello manifatturiero, di trainare una ripresa costante, dopo la crisi generata dalla pandemia nel 2020.

Secondo le stime contenute nel bollettino economico di Banca Italia a gennaio la produzione industriale si è ridotta (-0,7% sul mese precedente, da 1,2 in dicembre), anche se “nella media del primo trimestre la produzione industriale sarebbe tuttavia lievemente salita sul periodo precedente”. Rimane ampio il divario tra il livello dell’attività nei settori con elevato impiego di input energetici e quello nel resto del comparto manifatturiero. Dall’aprile del 2022 al gennaio del 2023 l’attività si è contratta di quasi l’11% nei settori energivori, contro l’1% circa in quelli non energivori.

Incentivi e necessità del settore industriale

Le imprese in Italia hanno bisogno di risorse e incentivi per stare al passo con quelle straniere. Su questo un aiuto arriva dal Piano Nazionale Transizione 4.0 del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che prevede crediti d’imposta per stimolare investimenti in beni strumentali, in ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, anche nell’ambito green, e in formazione 4.0.

 

Foto di Christopher Burns su Unsplash